Cile
Paesaggi mutevoli e contrapposti: dal deserto ai ghiacci e dalle spiagge ai vulcani innevati
Dalla “fin del mundo” al Salar di Atacama, tra il Pacifico e la Cordigliera esiste una striscia di terra ai confini del mondo lunga 4.300 chilometri e larga in media 175 chilometri, che punta dritta dai Tropici al Polo Sud racchiudendo paesaggi mutevoli e contrapposti: dal deserto ai ghiacci e dalle spiagge ai vulcani innevati.
Il Salar di Atacama è un deserto di sale di 3.000 chilometri quadrati di cime laviche e gole dove il suolo trema mentre decine di geyser, colonne di vapore bianco, gorgogliano ad intermittenza con sibili sordi nell’aria. All’estremo nord, vicino alla frontiera con la Bolivia, c’è San Pedro de Atacama, un pittoresco pueblo con le strade sterrate e le case bianche.
Quasi a metà della stretta fascia di terra cilena c’è la capitale, Santiago, in piena ripresa economica e culturale, che guarda molto più agli USA che al Sudamerica: grattacieli di vetro e acciaio si stagliano sullo sfondo della cordigliera.
La Patagonia inizia dove finisce il “continente” e il Cile sprofonda sotto il livello del mare, trasformandosi in un labirinto di fiordi e canali chiusi tra montagne ricoperte di vegetazione fittissima. Qui non bisogna perdersi un imponente monumento naturale, il ghiacciaio San Rafael: un labirinto di canali, lagune, isole che si confondono con mare e laghi.
Nell’altopiano del Tatio, all’ombra del vulcano Tocorpuri si può assistere ad uno degli spettacoli più emozionanti dell’Atacama: Del passato però non ci si libera facilmente soprattutto quando si arriva al Palacio de la Moneda, dove il presidente Salvador Allende fece il suo ultimo tentativo di resistenza contro l’esercito golpista del generale Pinochet. Plabo Neruda, sublime poeta premio Nobel, aveva una casa proprio a Santiago ma preferiva scrivere “vicino al mare”, nelle sue residenze di Isla Negra e Valparaíso.
Un altro spettacolo naturale da non perdere è il Parco Nazionale Torres Del Paine, un plateau lungo 360 chilometri con oltre 100 valli e 100 vette. Nevi eterne e iceberg ovunque, anche nelle zone più accessibili, da esplorare in crociera consumando l’immancabile rito del whisky mescolato al ghiaccio perenne, in uno scenario dominato dal bianco, tra ghiacciai, cordigliere.
Al di là di Punta Arenas, attraverso lo Stretto di Magellano, inizia la Terra del Fuoco, alle soglie del Polo Sud, dove il buio domina le interminabili notti invernali e il ghiaccio serra i monti e le acque.
Tra i due rissosi oceani, resiste un’ultima roccia, il luogo più mitico del globo terrestre, Capo Horn: una roccia nera e puntuta, flagellata dalla pioggia gelata e dai venti, un detto del luogo recita “quando il vento si placa, qui senti solo il rumore del tuo silenzio”.


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